Si dice che Flaminio perse sul Trasimeno mentre dormiva sui suoi dispacci. Il console romano è passato alla storia per essere un procrastinatore cioè uno che rimanda. Procrastinare significa rimandare un compito per varie ragioni, spesso legate alla mancanza di disciplina o cattiva gestione del proprio tempo.
Se chiedi alle persone perché rimandano spesso si sentono risposte tipo: "Sono un perfezionista. Tutto deve essere perfetto prima di mettermi al lavoro”. “C’è troppo rumore, è arrivata una telefonata che mi ha interrotto e, naturalmente, devo sentirmi bene fisicamente . Non posso lavorare quando ho mal di testa.” L’altra modalità di auto giustificazione è quella legata alla soddisfazione: "non sono mai soddisfatto. Sono molto autocritico. Se tutte le “i” non hanno il puntino come dico io il lavoro non è finito”
Cosa sta succedendo qui? Un errore è stato trasformato in una virtù. Il perfezionista sta dicendo che i suoi standard sono troppo elevati per questo mondo. Questa sindrome è una difesa comune quando le persone sono chiamate a discutere i loro punti deboli, ma, alla fine, è solo un tipo di scusa auto-consolatoria. Certamente non ha niente a che fare con la motivazione reale alla procrastinazione.
La base della procrastinazione potrebbe essere la paura del fallimento. Il timore di sbagliare e di essere giudicati paralizza l’azione. Sei sopraffatto da qualsiasi compito è davanti a te?
Forse perché i tuoi pensieri sono dominati da una visione negativa del futuro in cui t’immagini di essere criticato e deriso. Naturalmente questa visione negativa del futuro è in realtà un meccanismo che permette di non fare nulla. Si tratta di uno strumento mentale comodo per giustificare le vostre paure.
Esistono 2 principi in grado di battere il procrastinatore che è in voi. Si tratta di semplici tecniche mentali mischiate con un po’ di senso comune.
Il primo principio è la scomposizione.
Non importa quello che stai cercando di realizzare, se si tratta di scrivere un libro, scalare una montagna o dipingere la stanza di tua figlia, la chiave del successo è la tua capacità di scomporre il compito in pezzi maneggevoli e svolgerli uno alla volta. Metti a fuoco il compito che hai davanti in questo momento. Ignora ciò che è fuori, distante nel tempo. Qui ed ora sono le regole del gioco. Concentrati sul singolo compito, leggi il libro una pagina alla volta senza curarti delle altre 300 pagine che ti attendono. Se ti concentri sulle 300 pagine invece che su quella che hai di fronte, in 2 minuti sarai con la testa nel frigo a prendere una diet coke ma non avrai fatto nessun progresso sul libro.
Secondo principio: Scrivilo
La mia seconda tecnica per sconfiggere la procrastinazione è scrivere. Sappiamo quanto sia importante la scrittura nella definizione degli obiettivi. Quando si mette per iscritto una attività si può facilmente tenere traccia dei nostri progressi o delle pause che ci siamo presi. La scrittura è una maestra severa che ci mette direttamente a contatto con quelle zone della nostra personalità che non funzionano come vorremmo, specie quando troviamo scritto “ripulire il garage” e la tempistica risale a Pasqua dell’anno scorso.
Se chiedi alle persone perché rimandano spesso si sentono risposte tipo: "Sono un perfezionista. Tutto deve essere perfetto prima di mettermi al lavoro”. “C’è troppo rumore, è arrivata una telefonata che mi ha interrotto e, naturalmente, devo sentirmi bene fisicamente . Non posso lavorare quando ho mal di testa.” L’altra modalità di auto giustificazione è quella legata alla soddisfazione: "non sono mai soddisfatto. Sono molto autocritico. Se tutte le “i” non hanno il puntino come dico io il lavoro non è finito”
Cosa sta succedendo qui? Un errore è stato trasformato in una virtù. Il perfezionista sta dicendo che i suoi standard sono troppo elevati per questo mondo. Questa sindrome è una difesa comune quando le persone sono chiamate a discutere i loro punti deboli, ma, alla fine, è solo un tipo di scusa auto-consolatoria. Certamente non ha niente a che fare con la motivazione reale alla procrastinazione.
La base della procrastinazione potrebbe essere la paura del fallimento. Il timore di sbagliare e di essere giudicati paralizza l’azione. Sei sopraffatto da qualsiasi compito è davanti a te?
Forse perché i tuoi pensieri sono dominati da una visione negativa del futuro in cui t’immagini di essere criticato e deriso. Naturalmente questa visione negativa del futuro è in realtà un meccanismo che permette di non fare nulla. Si tratta di uno strumento mentale comodo per giustificare le vostre paure.
Esistono 2 principi in grado di battere il procrastinatore che è in voi. Si tratta di semplici tecniche mentali mischiate con un po’ di senso comune.
Il primo principio è la scomposizione.
Non importa quello che stai cercando di realizzare, se si tratta di scrivere un libro, scalare una montagna o dipingere la stanza di tua figlia, la chiave del successo è la tua capacità di scomporre il compito in pezzi maneggevoli e svolgerli uno alla volta. Metti a fuoco il compito che hai davanti in questo momento. Ignora ciò che è fuori, distante nel tempo. Qui ed ora sono le regole del gioco. Concentrati sul singolo compito, leggi il libro una pagina alla volta senza curarti delle altre 300 pagine che ti attendono. Se ti concentri sulle 300 pagine invece che su quella che hai di fronte, in 2 minuti sarai con la testa nel frigo a prendere una diet coke ma non avrai fatto nessun progresso sul libro.
Secondo principio: Scrivilo
La mia seconda tecnica per sconfiggere la procrastinazione è scrivere. Sappiamo quanto sia importante la scrittura nella definizione degli obiettivi. Quando si mette per iscritto una attività si può facilmente tenere traccia dei nostri progressi o delle pause che ci siamo presi. La scrittura è una maestra severa che ci mette direttamente a contatto con quelle zone della nostra personalità che non funzionano come vorremmo, specie quando troviamo scritto “ripulire il garage” e la tempistica risale a Pasqua dell’anno scorso.